domenica 30 agosto 2015

Alla ricerca della verità: ARPA, Legambiente, associazioni ambientaliste


Non si placano le discussioni circa lo stato delle acque del Lago di Bolsena. Mentre le amministrazioni di vario livello sostengono stoicamente l’eccellenza della qualità delle acque, il parere della cittadinanza è più variegato: da “qualità ottima” a “fogna a cielo aperto”. Dov’è la verità?

Spesso si confondono due concetti diversi di qualità delle acque, che invece occorre distinguere nettamente: l’uno descrive lo stato ecologico delle acque, l’altro lo stato igienico-sanitario delle acque di balneazione.

Lo stato ecologico descrive lo stato di salute globale del Lago, nel senso di una visione d’insieme dei vari parametri che incidono sul benessere di tutto il corpo d’acqua.

Lo stato igienico-sanitario ci informa sulla purezza delle acque di balneazione in vicinità delle rive del Lago e sul loro eventuale inquinamento batteriologico.

 
È la qualità igienico-sanitaria l’oggetto delle discussioni accese di quest’estate riguardo ai dati “ufficiali” pubblicati dall’ARPA Lazio e alle informazioni divergenti provenienti dal campionamento della Goletta dei Laghi di Legambiente e da osservazioni di cittadini (vedi gli ultimi post "Lago di Bolsena inquinato ..." e "Goletta dei Laghi 2015 ...").

Vari meccanismi minacciano la balneabilità delle acque – sversamenti dal sistema fognario circumlacuale e dalle reti fognarie comunali, inquinamento proveniente dai numerosi fossi che raggiungono il Lago, sversamenti puntuali da case o esercizi turistici lungo le rive, sversamenti da barche turistiche …

Finora, per questo anno, si è riuscito a evitare (a parte alcuni brevi malfunzionamenti) grandi sversamenti dal fatiscente collettore circumlacuale su spiagge frequentate, grazie all’instancabile impegno della squadra del COBALB e alla strategia di utilizzare la stazione di pompaggio 9 (Gran Carro) come “valvola di sicurezza” del sistema: una strategia di scarichi periodici “controllati” per evitare il sovraccarico delle stazioni a valle, a cui potrebbero essere riconducibili le ampie strisce di acqua con schiume osservate negli ultimi giorni tra le spiagge meridionali di Bolsena e l’Isola Bisentina (vedi link).

Per quanto riguarda le reti comunali, un netto miglioramento è stato raggiunto a Capodimonte, in passato uno dei tratti più critici delle spiagge. Accogliendo la richiesta insistente della cittadinanza, il Comune ha provveduto ad una accurata sorveglianza e manutenzione del lungo tratto, con quattro sottostazioni, che corre sul Lungolago di Capodimonte, evitando così ogni importante sversamento.

Irrisolto rimane invece il problema dei fossi, fonte di inquinamento batteriologico delle spiagge quando vi giungono scarichi (spesso nascosti o coperti) abusivi. Basta una precipitazione modesta che alimenta i corsi d’acqua, di solito asciutti d’estate, per provocare anche forti inquinamenti delle spiagge. Ugualmente irrisolti i problemi degli esercizi turistici e di altri edifici lungo le coste dove manca il monitoraggio e la certificazione degli scarichi, e delle barche che scaricano “a mare”.

Secondo noi, non esiste nessuna contraddizione tra le analisi dell’ARPA, che trova acque balneabili in campioni presi una volta al mese in periodi senza piogge, e la Goletta dei Laghi che, alla foce dei fossi, ha trovato acque inquinate all’inizio dell’estate in un periodo con leggere precipitazioni. Stesso risultato per prelievi fatti da cittadini in agosto: acque inquinate dopo le precipitazioni attorno a Ferragosto che portavano nel Lago il carico batteriologico accumulato precedentemente.
 
 
Carta del Lungolago di Capodimonte, con indicazione di stazioni di pompaggio comunali (piccoli rettangoli rossi) e del COBALB (grande rettangolo rosso), delle foci dei fossi (tratti rossi), dello scarico troppo pieno della stazione 19 alla foce del fosso San Sebastiano (punto rosso) e del punto di prelievo dell’ARPA (punto blu). Nel grafico la densità dei bagnanti sul Lungolago in unità arbitrarie
 

Una carenza evidente della sorveglianza igienico-sanitaria effettuata dall’ARPA è illustrata qui sopra: sulla lunga spiaggia di Capodimonte l’unico prelievo, che è decisivo per valutare la balneabilità in tutto un lungo tratto (codice 91) che include il Lungolago e anche le acque del promontorio, è preso alla foce del fosso Tavolino, lontano dalle fonti importanti d’inquinamento, in un punto dove l’afflusso dei bagnanti è effettivamente zero (mentre il D. lgs. del 30/03/2010 dispone: “Al fine di localizzare la stazione di monitoraggio, all’interno di ciascuna acqua di balneazione, si dovrà considerare il punto in cui il profilo abbia individuato il rischio più elevato di inquinamento o la zona in cui si prevede il maggior afflusso di bagnanti”). Inoltre, considerato il rischio elevato e diffuso di “inquinamenti a breve durata”, la frequenza dei campionamenti è troppo bassa come anche la densità dei punti di prelievo.

Prendendo atto di queste carenze, la cittadinanza si sta organizzando per monitorare indipendentemente la qualità delle acque di balneazione e per procedere a individuare sistematicamente gli scarichi abusivi nei fossi. Decisioni in questo senso sono state prese in una recente riunione convocata dal gruppo Lago di Bolsena in Mobilitazione.

Lo scopo è di contribuire, in collaborazione con le amministrazioni, a eliminare le molteplici fonti di inquinamento, e di garantire la balneabilità delle spiagge e la tutela globale della salute del Lago.

 


Per quanto invece riguarda la determinazione dello stato ecologico del Lago, sia l’ARPA che l’Associazione Lago di Bolsena prendono campioni d’acqua a varie profondità in punti vicino al centro del Lago. Si considerano tre parametri fisico-chimici - trasparenza, concentrazione totale di fosforo, e concentrazione dell’ossigeno disciolto - che informano sullo stato trofico delle acque.

C’è consenso nel mondo scientifico che, per determinare lo stato ecologico, unicamente i risultati dell’associazione Lago di Bolsena sono affidabili; le ragioni per scartare i risultati dell’ARPA sono illustrati nella revisione critica (allegato 6) consegnata all’UE.

Lo stato ecologico del Lago risulta ancora “Buono”, è però in continuo peggioramento. È importante sottolineare che il parametro decisivo sia per questa attribuzione di classe, sia per il deterioramento è la concentrazione totale di fosforo (Ptot) il cui aumento inesorabile nel corso degli anni è rappresentato nell’illustrazione qui sotto. Qualora Ptot dovesse superare il valore di 15 µg/l (potrebbe avvenire già nel 2016), lo stato ecologico scenderebbe nella classe “Sufficiente”.

Responsabile per questo trend sono apporti di nutrienti dall’agricoltura e soprattutto da sversamenti fognari: ogni scarico fognario durante tutto l’anno, in qualsiasi posto, di qualsiasi tipo, contribuisce a peggiorare la salute globale del nostro lago. È necessario un grande sforzo comune per arrestare la lunga evoluzione negativa e per riportare la concentrazione di fosforo sotto la soglia di 10 µg/l, come richiesto anche nel Piano di Gestione della ZPS/SIC del Lago di Bolsena.
 
Evoluzione della concentrazione di fosforo totale negli ultimi anni, secondo le analisi dell’Associazione Lago di Bolsena